Aggiungeremo miele al sapore di chiodi?
Un perbenismo cristallino
taglia, emerge dalla pelle
erosa nello sbattimento
per l’agognato consenso.
La scarpetta rossa è in ordine,
lucidata di fresco ma con disonore.
Le pagine patinate della rivista
con foto di bambini schiavi
in questo modo il lezzo non si avvicina
e nemmeno si intuisce.
Musichette melanconiche e cosi belle?
Che pensare dei discorsetti di circostanza
in sottofondo, insomma
quelle brutte cose non si fanno,
non per principio, perché non è carino.
Rimane innato il dubbio
sulla parte ospitante i carnefici,
sulla perfezione delle matrigne,
e quanto sia gentile intrattenersi al bar
per un cappuccino dopo il diluvio.